Questo è esattamente quanto avvenne nel caso del Vicenza, ovvero una vera e propria acquisizione di una squadra di calcio da parte di un’impresa. Seguendo il percorso intrapreso dalla squadra biancorossa, nel corso della stessa annata il Cagliari e il Torino (in A) e il Genoa (in B) si accordarono a loro volta con alcuni sponsor (rispettivamente Alisarda, Cora e Seiko), cui garantirono visibilità sull’abbigliamento indossato dalle riserve e dai raccattapalle. Né possiamo dimenticare due abbinamenti sorti a Torino negli anni della seconda guerra mondiale, stavolta con intenti meno commerciali e più nobili: per far sì che le due formazioni cittadine potessero proseguire l’attività calcistica anche in mezzo alle difficoltà del conflitto, queste fecero confluire i propri giocatori nei gruppi sportivi in seno alle grandi aziende Cisitalia e Fiat, dando vita rispettivamente alla Juventus Cisitalia e al Torino Fiat (abbinamenti poi sciolti al termine della guerra). La scelta più tradizionale sono i rivenditori sportivi ufficiali, ma se siete abili con il web e vi piace navigare in Internet, maglia da calcio belle a vostra disposizione ci sono diversi portali che vendono le magliette on line ed effettuano consegne rapide. I nostri palloni da calcio di alta qualità sono perfetti sia per il gioco serio che per il divertimento informale.
Come abbiamo già ricordato la volta precedente, anche in Italia per lungo tempo questa disciplina sportiva è stata preservata dalle più disparate venalità economiche, nonostante altrove già da tempo si ricorresse all’aiuto e al supporto degli sponsor, come avveniva ad esempio nel campo del basket e del ciclismo. Un altro modello prodotto nel primo decennio del nuovo millennio, la MiTo, presenta un Cx decisamente basso (0,29) che è la conseguenza di un approfondito studio sull’aerodinamica. Peraltro, non si trattò neanche del primo caso del genere: nei primi anni quaranta, la stessa Lanerossi aveva attuato la medesima operazione con le compagini dello Schio e del Piovene. La FIGC arriverà a togliere questo bando solo a cavallo degli anni settanta ed ottanta del secolo scorso, relativamente tardi rispetto a quanto era avvenuto nel resto del continente. Nello stesso anno si mise in moto una catena di avvenimenti che, in poco tempo, portò le sponsorizzazioni anche nel calcio italiano. Termina qui questo lungo tuffo nel passato, alle origini delle sponsorizzazioni nel calcio italiano. Lo scalo marittimo, invece, fu dichiarato più volte porto neutrale; per questo motivo, quando nel 1653 gli olandesi e gli inglesi minacciarono di farsi guerra nelle acque del porto, furono costretti a regolare la questione nelle acque al largo della città, in quella che passerà alla storia come Battaglia di Livorno.
Fu l’unico Mondiale che si giocò in una sola città, Montevideo, capitale del Paese. Questo mercato di gennaio,dovesse concretizzarsi,non sarebbe proprio il massimo per la nostra cricca. Essa inoltre promuove e favorisce rapporti di collaborazione con altri Musei e centri culturali, italiani ed esteri, attraverso il prestito di cimeli e la fruizione di numerosi documenti conservati nel proprio archivio storico. Sempre nel settore cartaceo, dello stesso anno fu una singolare iniziativa editoriale portata avanti dalla società umbra. Non ci resta dunque che aspettare qualche anno e scoprire cosa ha in serbo per noi l’entusiasmante mondo delle maglie di calcio. Il mercato infatti è relativamente giovane in quanto le maglie di calcio stono state commercializzate in massa a partire dagli anni 90. Considerando quindi cosa sta accadendo al prezzo delle maglie di quella decade oggi, si può speculare su quello che potrebbe succedere nel prossimo decennio. Ci pensai quella notte perché nel mazzo sopra il tavolo c’era qualcuno di quei fiori. Mi chiesi se quelli che andavano in chiesa, le mie donne, il parroco di Santa Margherita, provavano questo – se in prigione, o sotto le bombe, davanti ai fucili puntati, qualcuno godeva una simile pace. Proseguendo c’è uno spazio dedicato al retro sponsor, posizionato sotto al numero di maglia dei giocatori ed infine lo sponsor di manica, che trova collocazione nella manica sinistra.
Quasi, perché ancora queste creazioni non saranno utilizzabili sui videogiochi della EA Sports, ma intanto, si possono vincere dei contest e si è creata una community di appassionati consistente. Questo tipo di espedienti ottennero un discreto successo negli anni cinquanta, quando in poco tempo sorsero legami come Talmone Torino, Simmenthal Monza, Ozo Mantova, Sarom Ravenna, Zenit Modena ed Elah Genova, tutti però destinati ad avere breve durata; solo il Lanerossi Vicenza, pur nella sua piccola realtà di provincia, riuscì a lasciare un profondo segno nella storia del calcio italiano, entrando nel cuore dei suoi appassionati che ancora oggi tifano “il Lane” piuttosto che “il Vicenza”! Tale fatto viene da molti accreditato come la prima sponsorizzazione nel mondo del calcio, addirittura antecedente di vent’anni a quella dell’Eintracht Braunschweig, ma è in realtà un errore, in quanto le cose stanno diversamente: non si trattò di sponsorizzazione, bensì di abbinamento. Andiamo a spiegare la differenza: la sponsorizzazione è un’operazione mediante la quale, allo scopo di ricavarne pubblicità, un ente finanzia in maniera esterna delle attività di varia natura (sportive, culturali, di spettacolo o similari); l’abbinamento consiste invece nella fusione di due realtà societarie differenti – generalmente tra un’associazione sportiva e una ditta industriale – che vanno così a creare un nuovo soggetto economico (cosa che ne comporta anche l’affiancamento delle rispettive ragioni sociali).