Dai un’occhiata alla sezione calcio di JD Sports. Alla fine dell’intervista io lo avvertirò che gli manderò il testo perché possa dargli un’occhiata. “L’aver riportato alla lettera nel testo dell’intervista le dichiarazioni del soggetto intervistato, qualora esse abbiano oggettivamente contenuto ingiurioso o diffamatorio, non integra di per sé la scriminante del diritto di cronaca. Nella storia recente del giornalismo italiano, le sentenze e i riferimenti giurisprudenziali riguardo a questo tema hanno oscillato tra la difesa a oltranza del diritto di cronaca e la affermazione intransigente della tutela della reputazione individuale, senza un vero e proprio indirizzo comune. Troviamo, infatti, il desiderio di varcare i confini del giornalismo ed entrare nelle pieghe della storia contemporanea interrogandone i suoi protagonisti. Non vuole promettere nulla di ciò che promette: un documento a cavallo tra il giornalismo e la storia. Nella storia della nazionale azzurra, oltre 90 calciatori hanno indossato la fascia di capitano della squadra; di questi, 31 sono stati i capitani «designati» che hanno svolto questo ruolo stabilmente per un determinato periodo.
Generalmente. Ci sono stati casi in cui di questa “cortesia” qualcuno ha abusato. Qualcuno si è anche arrabbiato, non riconoscendosi in quello che io ho scritto. Dopo gli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001 ha scritto La rabbia e l’orgoglio, seguito due anni dopo da La forza della ragione. In seguito alla querela sporta dal procuratore della Repubblica di Napoli Agostino Cordova, Giuliano Ferrara, Antonio Padellaro e il direttore responsabile del periodico Claudio Rinaldi sono stati processati per diffamazione. I pantaloncini sono bianchi, ma negli ultimi venti anni sono stati utilizzati spesso di colore azzurro a formare una divisa a tinta unita; nel kit in uso dal 2020 vengono spesso indossati calzoncini di colore blu navy, mentre in passato sono stati usati anche di colore nero o marrone. Con lo scudetto 1950 tornano i polsini neri alle maniche, appare lo scudetto tricolore allaltezza del cuore, mentre la chiusura superiore è un girocollo bianco. Azzurre anche le strisce Adidas sotto le maniche, mentre sulla parte bassa dell’anteriore trova spazio la bandiera dello Stato.
Non solo si intensificano gli impegni scolastici, ma anche la necessità di organizzazione aumenta e di conseguenza un astuccio e un zaino adeguato. Alcuni sostengono che la possibilità di leggere l’intervista predisponga l’interlocutore ad una maggiore disponibilità e fiducia nel giornalista, ad una maggiore complicità e di conseguenza ad un intervista più riuscita. La lealtà deve essere alla base dell’intervista – pensano invece altri giornalisti – e dunque l’intervistato deve avere fiducia nella professionalità del giornalista, il quale non deve sentirsi in dovere di fare un favore all’interlocutore e modificare il pezzo a seconda delle sue richieste e bizze. La rilettura allunga i tempi di produzione dell’intervista, visto che la fase “polemica” – come l’ha chiamata l’intervistatore dei voltagabbana – può esasperare il giornalista e l’intervistato in duello all’ultima sfumatura. Al contrario, Oriana Fallaci affronta l’intervistato con la certezza che solo penetrandone la psicologia, mettendone a nudo le debolezze, analizzandone i dati biografici e tratteggiandone il carattere si può capire come il potente decida il destino del proprio popolo. Inoltre, la qualità dei tessuti e della stampa garantisce la resistenza e la durata del capo nel tempo, rendendo la tua maglia personalizzata un vero e proprio investimento. Quattro anni dopo, la sentenza della Corte di Cassazione n.2283 del 25 Gennaio 1999 (passata alla storia come “sentenza Ferrara”) condanna oltre a Ferrara anche Padellaro e Rinaldi perché si sono resi responsabili di concorso nel reato di diffamazione.
Infatti la Corte di Cassazione nell’Agosto 2000, ha assolto Eugenio Scalfari e la sua redattrice Alessandra Longo (precedentemente condannati in primo e secondo grado) dal reato di diffamazione per le dichiarazioni offensive della scrittrice Lidia Ravera nei confronti di Irene Pivetti, allora Presidente della camera. Il nodo principale della questione riguarda la responsabilità del giornalista in merito a dichiarazioni dell’interlocutore fortemente critiche oppure offensive nei confronti di terzi. Il giornalista può essere scriminato se il fatto in sé presenti profili di interesse pubblico all’informazione, tali da prevalere sulla posizione soggettiva del singolo. Come in altri ambiti del diritto dell’informazione, l’intervista giornalistica deve bilanciare due interessi ugualmente meritevoli di tutela: da una parte, quello dei singoli e della collettività ad essere informati correttamente; dall’altra quello dei protagonisti delle notizie a non vedersi lesi nella loro sfera di riservatezza. Tornando però ai due orientamenti espressi dalla giurisprudenza, vi sono due sentenze opposte che hanno fatto scalpore e hanno investito giornalisti di primo piano e due testate nazionali. Il tribunale di Padova, il 4 Novembre 1987, giudica “non punibili, per aver esercitato il diritto di cronaca, i giornalisti che, pur pubblicando notizie lesive della reputazione di un esponente politico, espongono la notizia in forma misurata e contenuta dopo ricerche e verifiche, e soprattutto consentendo allo stesso esponente politico di esporre in stretta successione cronologica, in una intervista, le proprie opinioni volendo così riparare e rimediare il guasto lamentato”.